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Le PWA: il nostro sguardo tecnico

By 25 Gennaio 2023No Comments
Tempo di lettura
4 minuti
PWA

Parliamo di PWA con chi le conosce molto bene.

In questi giorni abbiamo fatto una chiacchierata tecnica con la nostra sviluppatrice Giulia Loschi, certificatasi BigCommerce al BigDev Bootcamp l’anno scorso.
Insieme a lei abbiamo parlato di PWA (Progressive Web App) e delle loro potenzialità nello sviluppo di applicazioni future-proof, solide e facilmente manutenibili.

Negli ultimi anni, l’impiego delle PWA come evoluzione dei sistemi SSR (Server Side Rendering) utilizzando dinamicamente microservizi ha portato alcuni vantaggi. In primis, un’ottimizzazione delle UI, poi un miglioramento della UX e un minor carico di lavoro dei server, consentendo l’utilizzo di microservizi.

Dalla loro introduzione, nel 2015, fino a oggi, le PWA contano diversi successi. Due esempi possono essere il notevole aumento dei tassi di conversione e un’esperienza migliorata per via della loro performance. Diciamo che sono una punta di diamante di tutto l’headless commerce e del composable commerce.

BigCommerce, in quanto backend API-first, consente un elevato livello di customizzazione dello storefront, addirittura di multi-strorefront, sfruttando appieno la potenza delle PWA.
Ma ascoltiamo il parere di Giulia. Le abbiamo preparato una serie di domande specifiche con cui entrare nel vivo dell’argomento…

Giulia, quali sono i pro e i contro delle Progressive Web App?

“In questo caso, possiamo e dobbiamo ragionare sia lato utente che lato impresa. Fra i pro per gli utenti, ad esempio, ci sono la loro installazione istantanea, il funzionamento offline, le notizie e gli avvisi di aggiornamento con notifiche push. Alle aziende, invece, le PWA consentono costi di sviluppo più bassi, un’esperienza utente potenziata, un app store indipendente e la piena sicurezza dei dati. Tra gli svantaggi delle PWA, troviamo la forte richiesta di energia per il funzionamento, la mancanza di opportunità di download negli app store (l’assenza negli app store preclude anche il processo di controllo / approvazione!) la possibilità di incorrere nei bug di JavaScript e un limitato supporto su iOS.”

Quali sono i framework che si usano per svilupparne una, oggi? Perché si ricorre proprio a quelli?

“È disponibile un report che riporta i framework più usati dagli sviluppatori nel 2022, ma è generico, non riguarda solo le PWA. La verità è che ce ne sono tanti utili al loro sviluppo, tutto dipende dalle esigenze di progetto e dagli obiettivi.
Online si trova un’interessante carrellata dei framework più aggiornati. Se dovessi citare quelli più rilevanti per me, al momento, direi questi: Angular, React, Vue e Polymer.”

Le PWA soppianteranno le app native?

“Le PWA sono realizzate con tecnologie web, gli sviluppatori non hanno bisogno di creare diverse versioni di applicazioni mobili. Una PWA può essere eseguita su più sistemi operativi. Questo elimina la necessità di scrivere il codice separato e di considerare funzionalità specifiche per il sistema operativo. Basta sviluppare un’unica base di codice, che richiede meno tempo ed è più economica.
La risposta, quindi, è si, ma in parte. A causa di alcune limitazioni, le PWA possono avere difficoltà a sostituire le app native sotto alcuni aspetti. Non sono la soluzione più adatta per un’app che necessiti dell’accesso a funzionalità dello smartphone o di un hardware specifico. Altro aspetto da considerare è la funzionalità offline. Se per piccole app è facilmente applicabile, per quelle più grandi possono esserci limitazioni della cache del browser.
Per quanto riguarda il testing, da un lato l’app nativa è testabile sui dispositivi o, comunque, sui sistemi operativi per i quali è stata creata. Le PWA, considerando la loro versatilità, devono invece essere testate e funzionanti da desktop, da mobile e su browser diversi.”

Come si riducono i tempi di sviluppo utilizzando una PWA e frazionando gli elementi di una soluzione?

“Le PWA utilizzano linguaggi di codifica comuni come JavaScript, CSS e HTML, per cui sono relativamente più facili da sviluppare rispetto alle app native. Anche grazie alla tecnologia headless, non si è vincolati all’utilizzo di CMS specifici, si ha piena libertà di customizzazione.”

In che modo si superano i vincoli di compatibilità con iOS?

“La mancata configurazione di questo formato di applicazioni da parte di Apple è un problema. I browser dei maggiori fornitori, cioè Google, Mozilla, Microsoft e Opera, puntano sulla migliore compatibilità possibile del formato aperto della PWA. Aspetto, questo, che porta all’immediato inserimento della sua tecnologia nell’offerta dei prodotti. Apple ha meno interesse a riguardo, perché approfitta dell’isolamento del proprio sistema di applicazioni utilizzato per le piattaforme iOS e macOS e dal derivante app store. Come riporta anche un articolo pubblicato da The New Stack, solo il tempo ci dirà se ci saranno miglioramenti/aperture in ambito Apple, se qualche spiraglio è previsto.
Uno dei motivi di frustrazione delle PWA è che gli utenti Apple sono quelli che hanno meno possibilità di utilizzarle. Questo perché Apple vieta da tempo i browser concorrenti sulla piattaforma iOS. Obbligando i fornitori di browser come Google, Microsoft e Mozilla a utilizzare il motore WebKit, Apple sta limitando le funzionalità delle app web su iOS, impattando sulle PWA.
Alla fine dell’anno scorso, tuttavia, è emersa la notizia secondo cui Apple starebbe valutando la possibilità di rimuovere l’obbligo di utilizzare WebKit per i browser di iPhone e iPad. Come motivazione, Apple ha citato il Digital Markets Act dell’UE. Non è comunque stata data alcuna tempistica.”

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