Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito ad una crescita esponenziale delle nuove tecnologie che hanno contribuito al rimodellamento dell’economia globale favorendo la nascita e la diffusione dell’ecommerce.
Dall’abbigliamento ai prodotti per la casa, dai prodotti alimentari a quelli tecnologici tutto può essere acquistato online e ricevuto direttamente a casa o presso il proprio ufficio nel giro di qualche giorno o addirittura di qualche ora.
Ma come si apre un ecommerce?
Prima cosa bisogna tenere presente che a livello normativo l’ecommerce si divide in:
Diretto – in cui tutto il procedimento di acquisto avviene interamente tramite internet e il bene/servizio digitale è reso immediatamente disponibile tramite download, senza intervento umano se non veramente minimo, al cliente.
Indiretto – in cui il procedimento avviene in parte tramite internet per l’ordine ed eventuale pagamento, in parte tramite intervento umano per la consegna o il reso.
Questa distinzione non è solo utile ad identificare la tipologia di ecommerce che si sta aprendo ma è necessaria soprattutto per identificare quei soggetti che sono obbligati ad emettere fattura.
La normativa italiana, infatti, prevede che tutti i beni immateriali che fanno parte delle prestazioni di servizi, siano soggetti all’obbligo di emissione di fattura quando richiesta dal cliente; questa dal 1° gennaio 2019 dovrà essere elettronica ed inviata tramite Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate. In tutti gli altri casi l’esercente ha l’obbligo di tenere il registro dei corrispettivi.
Anche la cessione/vendita, attraverso vendita online di beni fisici, è esonerata dall’obbligo di emissione di fattura, salvo che non venga richiesta dal cliente al momento di effettuazione dell’operazione. Qualora l’acquirente sia un’azienda che acquista il bene per la sua attività, questa è obbligato a richiedere l’emissione della fattura, che come già detto dovrà essere elettronica.
Un ecommerce è un’attività commerciale a tutti gli effetti e per questo richiede l’apertura di una Partita IVA e l’iscrizione alla Gestione Commercianti INPS, attraverso la compilazione di una serie di moduli facenti parte della Pratica di Comunicazione Unica, tra cui:
- i modelli per il Registro delle Imprese;
- i modelli per l’Agenzia delle Entrate;
- i modelli per l’INPS;
- i modelli per l’INAIL (prevista in caso siano presenti dei dipendenti);
- la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) per il SUAP (Sportello Unico delle Attività Produttive).
A questi poi si aggiungono comunicazioni fiscali all’Agenzia delle Entrate ed al Registro dei Corrispettivi.
Passo successivo sarà la verificare di quale sia il regime fiscale da adottare, forfettario per ricavi (lordi) annui non superiori a 50.000€ o il Regime Ordinari IRPEF, da cui dipenderà il successivo inquadramento previdenziale.
Tutti questi adempimenti conducono ad una gestione della contabilità che dovrà essere il più possibile aggiornata, curata e precisa, e che dovrà tenere conto del fatto che vi potranno essere delle diversità riguardo la compilazione delle voci del conto rispetto alla normale gestione del negozio fisico.
Ad esempio vi possono essere costi di gestione che in un normale store fisico non esistono come i costi per la preparazione dei contenuti ed il loro inserimento nei server oppure costi di gestione dell’hosting e del dominio che devono essere inseriti nelle corrette voci di bilancio.
In un contesto così nuovo come l’ecommerce la normativa è in continua evoluzione ed è necessario prestare molta attenzione all’amministrazione contabile che non è più complessa di quella di un negozio tradizionale ma prevede un continuo aggiornamento per non incappare in sanzioni e per sfruttare a pieno le opportunità che questa tipologia di commercio da.
La soluzione migliore in questo tipo di contesti è l’adozione di software gestionali che se integrati correttamente permetteranno di gestire in tutta semplicità l’intero processo di vendita ed acquisto, dall’ordine alla fatturazione e di tenersi sempre aggiornati alle ultime normative vigenti.
