
Dal 1° di gennaio è ufficialmente partita la fatturazione elettronica, tutti coloro che emettono fatture per cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate tra soggetti residenti o stabiliti in Italia, potranno farlo solo tramite fatture elettroniche, niente più PDF o fatture cartacee, ma solo fatture in formato XML.p7m .
Ad esserne coinvolto è il 56% delle P.Iva italiane e, secondo le stime dei ricercatori dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b del Politecnico di Milano, sono 2,8 milioni le imprese coinvolte e circa 3 miliardi le e-fatture che saranno emesse nel 2019. In particolare l’Agenzia delle Entrate ha dichiarato che: sono 2,8 milioni le e-fatture emesse nei primi quattro giorni da parte di oltre 120 mila operatori. Una media di 700 mila al giorno. Con una percentuale di errore pari al 6%, scarti dovuti nella maggior parte dei casi a errori sostanziali, quelli cioè che avrebbero reso non valida la fattura anche su qualsiasi altro supporto.
Un provvedimento che manda in pensione la carta per velocizzare e digitalizzare gli adempimenti fiscali di fatturazione.
Cosa bisogna fare?
Prima cosa bisogna dotarsi di un servizio che che trasformi la nostra normale fattura da PDF a XML, il formato scelto dal provvedimento, questa fattura dovrà poi essere firmata digitalmente e inviata all’SDI che la recapiterà al destinatario. Per un giusto recapito la fattura dovrà contenere la P.Iva e il codice destinatario assegnato al gestore del servizio o l’indirizzo PEC del destinatario. Una volta recapitata, tutte le notifiche relative alla fattura e la fattura dovranno essere portate in conservazione sostitutiva.
Chi sono gli esclusi?
Gli esonerati dall’obbligo di fatturazione elettronica, per il momento sono: gli operatori sanitari, i contribuenti che hanno aderito al regime forfettario e vecchi minimi, esercenti e artigiani che operano solo con consumatori ed emettono scontrini e ricevute fiscali, gli agricoltori in regime speciale e le imprese che operano cessione di beni o prestazioni di servizi nei confronti di non residenti.
Quando va emessa la fattura elettronica?
La fattura elettronica si considera emessa quando viene trasmessa o messa a disposizione del cliente, ma per il il primi 6 mesi dell’anno, per agevolare l’adozione della nuova modalità, l’Agenzia dell’entrate ha previsto un regime transitorio. Da gennaio a giugno, infatti, la fattura elettronica dovrà essere predisposta e trasmessa al sistema d’interscambio (SDI) entro la scadenza della liquidazione periodica dell’Iva.
Come si correggono gli errori di una fattura elettronica?
Uno dei vantaggi dell’utilizzo di questa metodologia e che sarà il Sistema d’Interscambio (SDI) a fare i controlli basilari per noi, ovvero verificherà che la P.Iva sia corrispondente all’intestatario o al codice destinatario. Certo poi ci possono essere degli errori di contenuto e per quelli l’unica cosa da fare sarà fare una Nota di Credito e rifare la fattura.
Come si registra una fattura elettronica?
Lo Sdi è l’organo adibito al recapito delle fatture che saranno ricevute o sulla PEC o sul servizio che si è acquistato. Una volta ricevute possono essere importate nel software che si occupa della contabilità o per chi la fa ancora a mano, può essere aperto con un lettore di fatture elettroniche, e quindi registrata.
Come si conservano le fatture elettroniche?
Le fatture elettroniche devono essere conservate per almeno 10 anni tramite la Conservazione sostitutiva. questo tipo di conservazione prevede una procedura informatica che permette di conferire valore legale nel tempo a un documento informatico equiparandolo all’originale cartaceo. Questa procedura può essere fatta solo dalle Certification Authority autorizzate o dall’agenzia dell’entrate.
Contattaci, noi possiamo aiutarti