
È ancora vivissima la disputa relativa al connubio ecommerce e negozi fisici. Forse, il dilemma è tutto italiano.
Ecommerce e negozi fisici: questa settimana abbiamo riflettuto su quello che, per molti commercianti del nostro paese, rappresenta ancora un interrogativo bello e buono.
È vero che gli shop online minacciano i punti vendita tradizionali? Il concorrente digitale sfida letteralmente i negozi di quartiere?
Alcuni nostri clienti si pongono quesiti simili, segno che gli ecommerce non sono ancora entrati appieno nelle “grazie” di tanti professionisti del commercio. Se non altro, diciamo che non si sono ancora guadagnati il ruolo di fidi alleati del business offline. Come mai? È uno scetticismo tipico del Bel Paese? Se sì, a cosa è dovuto e come si può superare?
Vogliamo entrare nel vivo della questione, e vogliamo farlo insieme al nostro Business Development Manager, Matteo Coeli. Gli abbiamo posto una serie di domande con l’obiettivo di fare finalmente un po’ di chiarezza sulla questione online VS offline…
Andiamo subito al nocciolo della questione: gli ecommerce sono nemici del local business, sì o no?
“Gli ecommerce hanno logiche diverse e possono (anzi, devono!) diventare complementari ai canali di vendita tradizionali. No, non sono nemici del local business, ma è vero che alcune categorie merceologiche vengono più influenzate dalla loro presenza rispetto ad altre. Ed è altresì vero che l’ampiezza di catalogo di uno shop online, ad esempio, non è replicabile all’interno di un negozio fisico. Alcune differenze ci sono, non ammetterlo sarebbe sciocco, eppure non si può generalizzare. Bisogna vedere la questione nel suo insieme, a trecentosessanta gradi, senza giungere a facili conclusioni.”
Perché gli ecommerce spaventano ancora i commercianti? È qualcosa che ha a che vedere con lo “spirito conservatore” di questo paese?
“È un timore particolarmente italiano, sì, anche a causa di una certa arretratezza e di una scarsa preparazione sul mondo digitale. Per fortuna, alcuni commercianti hanno capito l’importanza di essere online, anche solo attraverso piattaforme gestite da terzi come i marketplace. Vediamolo come un piccolo ma fondamentale passo in avanti. È un inizio.”
Quale sinergia può instaurarsi tra ecommerce e negozi fisici? In che modo entrambi possono ottenere benefici?
“Ci sono diverse opportunità. Ad esempio, proporre servizi per ecommerce con merceologie complementari. E poi il pay & collect, ovvero la possibilità di ricevere prodotti direttamente in negozio su ordinazione. Ancora meglio, riducendo la gamma dei prodotti ad altissima rotazione e facilmente reperibili online, prediligendo le eccellenze. Credo sia capitato a tutti di entrare in un negozio e di non trovare il prodotto desiderato. Allora perché non fornire anche un catalogo online e accontentare il cliente, anziché perderlo? Viceversa, esistono prodotti che, per ragioni di complessità o emotive, non si vendono facilmente online. Alcune cose, noi italiani, vogliamo toccarle con mano.”
Quale pensi che sia il futuro del business online? I dati di oggi cosa svelano del presente e del futuro?
“Il business online è di per sé una parte di futuro, ma sarà l’omnicanalità a guidare i nostri acquisti. Le aziende dovranno essere pronte a seguire il cliente senza soluzione di continuità non solo tra un canale e un altro, ma anche tra una piattaforma e l’altra, sul telefono, sui social, via ecommerce, negozio fisico, liveshopping, ecc. Stando a un recente report dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2022 l’ecommerce italiano ha effettuato transazioni per 33 miliardi di euro, crescendo dell’8% rispetto al 2021. 553 milioni sono stati gli ordini connessi agli acquisti online di prodotto (+3% rispetto al 2021), con uno scontrino medio di 60 euro circa. Questo andamento di crescita svela quanto sia importante, per un cliente italiano, usufruire delle piattaforme online, e quanto non sia più possibile farne a meno. Le aziende di tutto il mondo saranno anche chiamate a essere il più possibile green, tanto offline quanto online. Secondo uno studio condotto da Sendcloud, prioritari per le persone risultano essere la spedizione ecologica, gli imballaggi riciclabili e la flash delivery. Sarà necessario trovare un equilibrio tra rispetto dell’ambiente e consegne più rapide, offrendo ad esempio più opzioni di consegna.”
Online e offline: è su questo connubio che il mercato investe.
Come dice Matteo, oggi non si può più pensare di rinunciare alle opportunità concesse dalla dimensione digitale. Ciò non significa assolutamente sacrificare o mettere a repentaglio il commercio offline, semmai implementarlo, dargli nuova vita grazie a strumenti innovativi e performanti.
Il mercato odierno procede a grandi passi verso la sinergia tra ecommerce e negozi fisici in un’ottica di soddisfacimento del cliente sempre maggiore. Quand’è così, perché non sfruttare tutti i vantaggi che possono derivarne?
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