
Mentre l’economia generale rallenta, continua il trend positivo della digitalizzazione in Italia. Questo è’ quanto emerge dalla ricerca condotta da Anitec-Assinform che fotografa un mercato digitale altamente dinamico e in fortissimo fermento. Nel 2018 infatti è cresciuto del 2,5% a 70.474 milioni di euro e promette un aumento analogo per il 2019, a 72.222 milioni.
Continua a migliorare la qualità della domanda, grazie alla spinta delle componenti più innovative, quelle che permettono la trasformazione digitale di processi e modelli di business e di servizio, e la spinta si trasmette all’intero mercato, non solo al software e ai servizi, in forte espansione, ma anche ai dispositivi e ai sistemi.
Alcuni numeri positivi
Nel 2018, i contenuti digitali e il digital advertising sono cresciuti del 7,7%, i Servizi ICT del 5,1% toccando il tasso di crescita più alto degli ultimi anni, come anche il Software e Soluzioni ICT, aumentati del 7,7%.
È l’effetto della spinta della trasformazione digitale, che anima progetti e applicazioni e che interessa tutte le componenti dell’offerta ICT.
Dopo il rallentamento degli anni passati, hanno ripreso ad aumentare anche i dispositivi e i sistemi (+2,6%). La stessa ricerca rileva come nel settore ICT il valore aggiunto per addetto sia superiore del 25% a quello degli altri comparti industriali e come il numero medio di addetti per impresa sia del 60% superiore rispetto a quello rilevato per l’intera economia.
Anitec-Assinform stima anche una crescita del 2,4% dell’occupazione di professionisti del settore nel biennio 2018-2020.
Altro stimolo evidente proviene dai digital enabler. Nel 2018 il mobile business è cresciuto del 9,4%, l’IoT del 19,2%, il cloud del 23,6%, la cybersecurity del 12,2%, i dispositivi indossabili del 15,3%, le piattaforme per il web del 13,7%, mentre hanno acquisito consistenza le applicazioni di intelligenza artificiale, big data e blockchain.
Cosa resta ancora da fare?
Resta ancora indietro la diffusione dell’innovazione, il mercato digitale globale vede un 42,6% riguardare il mondo consumer e un 57,4% il mondo business comprensivo di imprese e PA. Il 2018 ha poi visto le grandi imprese impiegare ben il 58,7% degli investimenti in ICT, contro il 18,7% delle medie e il 22,6% delle piccole, che però hanno un peso in termini di occupazione e Pil proporzionalmente più elevato e quindi più incisivi.
La ricerca dimostra che le complessità sono innegabili ma che i progetti digitali crescono, risultano sempre più trasversali e sicuramente l’impatto delle risorse e degli incentivi messi in campo negli anni passati è stato pervasivo ed ha portato a degli ottimi risultati che però non si devono fermare qui, ma devono essere portati avanti con decisione e perseveranza.
Occorrono misure espansive degli investimenti, misure che accelerino e valorizzino la qualificazione digitale della forza lavoro in entrata o già attiva e formino gli skill ICT e digitali più avanzati ora in maggiore domanda e che permettano la crescita degli investimenti in innovazione digitale permettendo quindi che il trend positivo, ormai intrapreso, non si arresti.