Sono stati molti i cambiamenti, nel corso degli anni, che Google ha fatto al suo algoritmo.
Le modifiche sono nate per adattarsi al crescente numero di contenuti e di ricerche che richiedono precisione e sicurezza nei risultati.
Comprendere sempre meglio le parole usate da un utente per ricercare un contenuto è un fattore determinate per ottimizzare la scrittura di contenuti SEO Oriented in modo da risultare tra le prime posizioni nelle ricerche organiche.
Cos’è l’algoritmo di Google?
Quando si parla di algoritmo di Google si intende l’insieme dei processi e le modalità usati per selezionare i risultati di una ricerca, visualizzando solo quelli che realmente sono inerenti alla richiesta dell’utente, ordinandoli nel modo corretto, secondo una corrispondenza decrescente.
Per ogni ricerca che facciamo, infatti, ci possono essere milioni di riscontri, di cui ovviamente solo una parte sono quelli che realmente sono di nostro interesse. L’intento di Google è, quindi, riuscire a migliorare sempre di più la conformità delle risposte fornite.
In cosa consiste la nuova modifica?
La nuova modifica ha inserito nei suddetti processi, una tecnica PNL (Programmazione Neuro Linguistica) denominata BERT (Bidirectional Encoder Representations from Transformers.
La principale innovazione di BERT consiste nell’applicare la bidirezionalità di Transformer, un modello abbastanza noto per quanto riguarda la comprensione, alla modellazione del linguaggio.
Per dirla tutta, questa scelta è in contrasto con gli sforzi effettuati precedentemente, ossia limitarsi ad esaminare una sequenza di testo da sinistra a destra, o ancora l’esame sia da sinistra a destra e da destra a sinistra.
Lo scopo in pratica è quello di elaborare ciò che noi scriviamo, spesso lo facciamo nel modo in cui parliamo comunemente, quindi non con delle chiavi di ricerca mirate, ma con delle frasi “parlate”.
Questo sistema, applicato all’algoritmo del motore di ricerca, consentirà di trattare automaticamente le informazioni scritte o vocali in una lingua naturale e di comprendere meglio ciò che è importante.
BERT, sarà quindi in grado, di intuire cosa sta realmente cercando il cliente, imitando il funzionamento del cervello umano, riducendo al minimo le risposte incoerenti almeno nel 10% delle ricerche, stando alle ultime sperimentazioni.
Cosa cambierà per il SEO dei nostri siti?
BERT analizza le query di ricerca, non le pagine Web, quindi lato SEO diventa importante, nella scrittura dei contenuti, l’utilizzo di frasi che si avvicinino più possibile ad un più “umano e naturale” intento di ricerca, per assicurarsi che i progressivi aggiornamenti di Google possano incrementare il traffico a nostro vantaggio e non il contrario.
Dobbiamo abbandonare l’idea di scrivere contenuti “nel linguaggio di Google”, come se fossero prodotti di macchine per le macchine e optare per comprendere il più possibile l’intento di ricerca delle persone per soddisfarlo, poiché è proprio ciò che Google cerca di fare con BERT.
Non ci sono, quindi, vere e proprie direttive, è un diverso approccio, più orientato alla comprensione del significato delle ricerche. La sfida sarà quindi quella di riuscire a formulare contenuti che siano realmente scritti per le persone, di alta qualità e molto rispondenti alle esigenze del nostro pubblico.