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La prototipazione migliora l’esperienza utente

By 10 Febbraio 2022Marzo 28th, 2022No Comments
Tempo di lettura
4 minuti

La scelta vincente per rendere l’esperienza utente più significativa è la prototipazione.

Per spiegare nel dettaglio cosa sia la prototipazione e in che modo rientri nel campo del design thinking, immaginiamo una situazione-tipo.

Supponiamo che un’azienda voglia immettere sul mercato un nuovo prodotto. A questo scopo, per avviare indagini di mercato e analisi ad hoc, ha bisogno di un “campione” che serva da esempio concreto. Intendiamolo come un’anteprima, un modello capace di riprodurre un prodotto in termini di aspetto e funzionalità.

Quello che serve, in questa prima fase, è la prototipazione, che non è esattamente il frutto di un colpo di fortuna o di uno studio sommario. Di fatto, il prototipo racchiude le ricerche condotte sugli utenti, l’analisi, la sintesi e l’ideazione propedeutiche alla realizzazione del prototipo stesso. Nel suo insieme, rientra nelle buone pratiche di User Experience Design volte a migliorare l’interazione digitale dell’utente con un brand, un servizio o un prodotto.
Entriamo più nel dettaglio dell’argomento.

Cosa si intende con prototipo e prototipazione?

L’uso di wireframe e mockup ha grandi vantaggi nel processo di design di un progetto, ma non mostrano le interazioni dell’utente col prodotto in modo dinamico. Questo aspetto è compensato dal prototipo, ossia da una rappresentazione interattiva del prodotto finale che permette all’utente di interagire con i contenuti e gli elementi dell’interfaccia. La fase in sé prende il nome, appunto, di prototipazione.

I prototipi possono essere usati anche per testare l’architettura informativa, i contenuti e il layout del prodotto finale. Simulano molto bene la navigazione e i flussi utente, specie per studiare momenti come un processo di registrazione, di acquisto o di configurazione.

Tra i tool più usati per la prototipazione troviamo Adobe XD, Figma, Sketch e Invision.

Quali sono i vantaggi di un buon prototipo?

Gli aspetti positivi sono diversi:

  • rende più realistico il prodotto e la sua valutazione prima dello sviluppo. Chiarisce ogni dubbio sul comportamento degli elementi interattivi;
  • aiuta a capire lo user journey grazie alla possibilità di navigare tra le pagine. In questo modo, si possono individuare miglioramenti riguardo al flusso progettato;
  • può essere usato per test di usabilità con gli utenti. Così facendo, si trovano eventuali errori nel concept, si validano diverse ipotesi progettate e si sceglie la migliore;
  • essendo molto rapido da realizzare, favorisce il confronto con gli attori coinvolti e i test con gli utenti attraverso un processo veloce e iterativo;
  • facilita il lavoro di codifica degli sviluppatori front-end. Questo perché esplicita il look&feel e le interazioni degli utenti con i componenti software.

Nel prototipare occorre avere un approccio aperto a ciò che emergerà dal confronto con gli stakeholder e dai test con gli utenti. In questa fase succede spesso che diverse caratteristiche del prodotto siano completamente rifatte e cambiate.

Bisogna quindi cercare di realizzare i prototipi senza volerli rendere per forza perfetti. Sarebbe un inutile spreco di energie e tempo. La tentazione del prototipo perfetto nasconde anche un rischio maggiore: innamorarsi di una soluzione che si crede migliore. Al momento dei test con gli utenti o del confronto con gli stakeholder del progetto, invece, potrebbe rivelarsi peggiore.

Prototipazione ad alta o a bassa fedeltà?

Un prototipo deve rispondere a precise domande, non deve per forza essere completo dal punto di vista funzionale. Serve che abbia un aspetto reale e che faccia interagire le persone per affinare le caratteristiche di quello che sarà il prodotto finale.

In fase di progettazione, non è semplice decidere quanto reale debba essere l’aspetto del prototipo. Se il prototipo è troppo a “bassa fedeltà” sarà velocissimo da realizzare, ma le persone non interagiranno con esso in modo naturale.
Al contrario, se è troppo ad “alta fedeltà”, si rischia di cadere nella tentazione della perfezione descritta sopra.

Per trovare la giusta via di mezzo sulla qualità del prototipo, occorre avere ben chiaro l’obiettivo.
Supponiamo che il prototipo venga utilizzato per test di usabilità con gli utenti finali o per presentare in anteprima al pubblico le caratteristiche di un prodotto. In questo caso, serve raccogliere le reazioni delle persone e i loro feedback sulle funzionalità che si vogliono testare nel modo più reale possibile. La qualità non deve essere troppo elevata o il prototipo completo in tutti i suoi aspetti. Ci sono però situazioni come, ad esempio, le fasi di valutazione iterative del prodotto con gli stakeholder, in cui prototipare wireframe o bozze disegnate a mano su carta potrebbe essere utile. Specie per rendere più chiare alcune interazioni chiave dello stesso prodotto.

La prototipazione a più “bassa fedeltà” è molto utile nelle fasi iniziali di progetto. È in questi primi momenti, infatti, che si può dare spazio alla creatività con le sperimentazioni veloci delle tante idee che possono emergere.

In tutti i casi, che siano ad alta o bassa fedeltà, i prototipi sono necessari per rendere l’esperienza delle persone che li utilizzano molto più coinvolgente e reale. Ciò porta feedback e osservazioni più mirate e stimola, quindi, idee e creatività.

I test sul prodotto finale non si possono evitare. Se non vengono eseguiti prima del suo rilascio, saranno gli utenti a testare direttamente il prodotto. Per questo motivo, valorizzare la prototipazione all’interno del progetto porterà grandi vantaggi. Il redesign verrà minimizzato e le persone che useranno il prodotto saranno più felici.

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