Non è sempre vero che un sito bello esteticamente, pieno di foto, di effetti e di testi apparentemente ben scritti, sia poi garanzia di una buona visibilità e interazione con gli utenti.
Quando lanciamo il nostro nuovo sito l’obbiettivo è quello di ottenere più visite possibili, di riuscire ad interagire con gli utenti, e se poi parliamo di un e-commerce, ci aspettiamo anche di aumentare le vendite.
Se fosse tutto così facile!!!
Oggi purtroppo non basta più proporre un prodotto d’eccellenza ad un prezzo estremamente vantaggioso o elaborare un contenuto perfetto per avere un sito che converte. E’ necessario lavorare sui testi, sulla User Experience delle pagine, sulle immagini per costruire un interazione con gli utenti.
Occorre avere un approccio nuovo, bisogna pensare al sito web come uno strumento dinamico, che aiuta la nostra azienda ad interagire costantemente con gli utenti, immaginarlo come un insieme di click che possono, con un lavoro costante e prolungato nel tempo, trasformare un visitatore occasionale, in un visitatore di qualità e poi, se abbiamo fatto un buon lavoro e siamo diventati interessanti ai suoi occhi, in un cliente.
Ma come verificare la qualità del nostro lavoro?
Uno degli strumenti più utilizzati per misurare le performance del nostro sito, e quindi del nostro lavoro è Google Analytics.
Questo strumento ci permette di ottenere dei dati che se interpretati correttamente possono aiutarci a conoscere meglio il nostro utente e quindi aiutarci nell’iterazione con lui.
Ma quali dati guardare? Come interpretarli?
- Uno sguardo all’insieme: È importante, prima di tutto, verificare il trend positivo e negativo rispetto alle voci utenti/sessioni/frequenza di rimbalzo e durata della sessione, per avere un’idea di qual è l’andamento generale del traffico.
- Le Sessioni: sono un indicatore di tutte le azioni che ha compiuto il nostro l’utente sul sito e quindi ci consente di capire il percorso di navigazione, le pagine di accesso e come ha interagito con i nostri contenuti. In questo modo possiamo verificare quali sono le sezioni del sito che andranno valorizzate di più e quelle da ottimizzare per aumentare le conversioni.
- Tempo Medio sulla pagina: questa metrica misura il tempo medio trascorso su una pagina e ci aiuta a capire se e quanto gli utenti sono attratti dai nostri contenuti stabilendo il preciso andamento della nostra strategia di Content Marketing.
- Frequenza di rimbalzo: questo dato indica quanti utenti abbandonano il sito dopo aver visitato una sola pagina. Indicatore importante per capire quali sono le pagine che non invogliano gli utenti a proseguire con la navigazione. Attenzione però, perché questo dato è fortemente influenzato dal tipo di sito che abbiamo. Infatti, nel caso di un blog, dove si pubblicano post quotidianamente è normale che la frequenza sia alta perché normalmente gli utenti entrano per leggere il nuovo articolo e poi vanno via. Se invece abbiamo un e-commerce potrebbe essere il sintomo di un’errata disposizione degli elementi, o di contenuti poco accattivanti. Insomma, in questo caso bisogna andare più affondo e correggere eventuali configurazioni.
- Tipologia di utenti: possono essere nuovi, che arrivano sul sito per la prima volta o di ritorno, ovvero che sono già stati sul sito, conoscono già il nostro brand. Guardando entrambi i dati si può capire se l’eventuale strategia di fidelizzazione che stiamo mettendo in atto sta funzionando o meno. Anche in questo caso, come il precedente, bisogna contestualizzare il dato. Nel caso di un blog o un magazine si avranno lettori abituali che leggono il sito regolarmente. Nel caso di un e-commerce, invece, si potrebbe avere un alto numero di nuovi utenti, derivanti, per esempio, da campagne pubblicitarie specifiche. Controllare la tipologia di utenti, quindi, è comunque un dato interessante per conoscere il proprio sito e gestirne i contenuti.
- Canali di acquisizione: questi dati ci danno un quadro dei diversi canali attraverso cui gli utenti arrivano al sito.
Organic search: traffico derivante da normali ricerche su Google non frutto di sponsorizzazioni. Questo è il dato che ci fa capire se l’ottimizzazione in chiave SEO del nostro sito è stata fatta bene o meno.
Direct: traffico derivante dalla ricerca diretta del nostro brand, interessante perché rispecchia quanto è conosciuto il brand e quindi ci da una misurazione degli sforzi fatti in comunicazione.
Refferral: traffico derivante da siti di terzi che contengono il link al nostro
Social: traffico derivante dai social
Ognuno di questi dati può aiutarci a capire se il nostro piano di marketing sta funzionando o bisogna fare delle correzioni.
- Le Conversioni: sono le azioni che vogliamo che l’utente compia sul sito, il nostro obbiettivo. Questo dato ci da una chiara idea sulle performace del sito e insieme a gli altri dati misura l’andamento del nostro piano di Marketing. Questa sezione mostra poi nel particolare le pagine e i giorni che ci creano più conversioni, i canali e il percorso fatto dall’utente prima di arrivare all’obbiettivo.
Smetti di guardare il sito dei tuoi concorrenti e comincia a valutare oggettivamente il tuo.
Quante volte ti sei trovato ad analizzare attentamente il sito dei tuoi concorrenti trovandone subito tutti i difetti, usi la stessa imparzialità anche quando guardi il tuo? È sempre più facile giudicare il lavoro degli altri ma bisognerebbe essere altrettanto obbiettivi nel fare lo stesso sul nostro, avendo il coraggio di apprezzare quel che si vede di buono senza farsi influenzare.
Differenziarsi
Il continuo confrontarci con gli altri rischia di condizionare la nostra visione, quello che vogliamo raccontare con i nostri contenuti. Differenziarsi non è semplice ma diventa imperativo quando si vuole farsi notare nel mare di internet.
Un punto di vista obbiettivo
Siccome le autodiagnosi non sono sempre accurate, quando ad esempio si tratta dello stato di salute della nostra auto, ci rivolgiamo a dei professionisti. Perché non fare lo stesso anche se stai cercando un assessment dell’esperienza utente sul tuo sito, o una valutazione della tua presenza online?