Il 45% dei millenni fa uso assiduo di assistenti vocali durante lo shopping, questo è quanto ha rilevato la ricerca “Millennial Shopping Report 2019″ di CouponFollow, indagine condotta su 1.002 millenni negli Stati Uniti di età 22-37 anni.
La ricerca ha poi messo in evidenza che il 41% degli intervistati ha condotto una ricerca utilizzando altoparlanti intelligenti (tipo di altoparlante wireless) e di questi il 28% dichiara di farlo almeno una volta al mese.
Altro dato interessante è quello che ci racconta che sono gli utenti tra i 18-44 anni quelli più propensi ad utilizzare questo tipo di sistema (altoparlanti intelligenti) per la ricerca di prodotti da acquistare.
Il voice shopping offre, infatti, agli utenti la possibilità di fare acquisti online interagendo con i dispositivi attraverso la voce. Si tratta quindi di un’innovazione che offre la possibilità di tornare a una forma di interazione più naturale, efficace e immediata, ma che tuttavia presuppone da parte delle aziende la capacità di sfruttare tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e il machine learning per poter interloquire efficacemente con i consumatori.
Secondo uno un’altra ricerca condotta questa volta da Capgemini, nell’arco dei prossimi 3 anni il 40% dei consumatori utilizzerà un assistente vocale anziché un App o un sito web, mentre il 31% preferirà adottare questa modalità di interazione anziché recarsi in banca o in un negozio. La maggior parte dei consumatori (51%) ha già utilizzato gli assistenti vocali, soprattutto attraverso lo smartphone (81%), ma il 46% si è servito degli smart speaker o altri device abilitati dotati di schermo.
Attualmente gli assistenti vocali sono usati soprattutto per la ricerca di informazioni (82%) e per lo streaming di musica e video (67%), ma oltre un terzo dei consumatori li ha già impiegati per fare shopping, acquistando prodotti o servizi.
In generale, c’è molto interesse da parte dei consumatori per questo nuovo modo di interagire: il 56% lo utilizzerebbe per ordinare un pasto, il 52% per l’acquisto di prodotti elettronici e ben il 44% si affiderebbe agli assistenti vocali per effettuare operazioni bancarie.
Altro punto da non sottovalutare, sempre in un’ottica di fusione tra online e offline, è che questa modalità di interazione contribuisce a migliorare la relazione fra consumatori e retailer anche in negozio, infatti un terzo dei consumatori ha affermato che ricevere assistenza tramite assistenti vocali personalizzati migliorerebbe l’esperienza in-store e quindi renderebbe più appetibile un brand rispetto ad un altro.
Tutto questo ci porta a pensare che le aziende dovranno prevedere, in tempi molto stretti, una strategia vocale per rendere i loro prodotti e servizi individuabili attraverso gli assistenti vocali. L’assenza di questo canale di scoperta dei prodotti, potrebbe infatti,comportare la perdita di vendite a favore di concorrenti più agili.