E’ un periodo buio quello che sta affrontando il commercio del nostro paese ma non quello online, infatti secondo l’Istat, a gennaio 2018, rispetto allo stesso periodo del 2017, sono calati dell’1,2% le vendite al dettaglio sia nella grande distribuzione sia nei piccoli negozi mentre il commercio elettronico registra un aumento del 2,4%.
Proprio a partire da gennaio 2018 l’Istat ha esteso il campo di osservazione del commercio al dettaglio, includendo anche le imprese che svolgono come attività prevalente il commercio elettronico. Gli indici sull’eCommerce – spiega l’Istat – hanno un peso sull’indice generale dell’1,9% e misurano l’andamento delle vendite online.
Si tratta di un indicatore che raccoglie le vendite di aziende con sede nazionale che vendono in Italia, è quindi se un consumatore, residente in Italia, acquista su un sito appartenente a un’impresa residente all’estero, questo non si rifletterà sull’indicatore, ma se un consumatore, residente o meno nel nostro Paese, acquista tramite Internet su un sito gestito da un’impresa residente in Italia, questo verrà colto nell’indicatore di commercio elettronico.
Rispetto a gennaio 2017, il calo risulta generalizzato (al -1,2%) sia grande distribuzione, sia imprese operanti su piccole superfici. In controtendenza invece il commercio elettronico (introdotto per la prima volta nella rilevazione dell’Istituto statistico nazionale sui consumi), che registra un aumento del 2,4%. Per quanto riguarda le categorie merceologiche, rispetto a dicembre 2017, le vendite di prodotti alimentari non registrano variazioni, mentre quelle di beni non alimentari diminuiscono dello 0,9% in valore e dell’1% in volume.
Secondo Coldiretti, la spesa media, tramite siti eCommerce, degli italiani ha raggiunto i 595 euro a testa nell’ultimo anno anche a scapito del commercio tradizionale: 2 italiani su 3 (67%) hanno “visitato” un negozio online mentre più della metà (53%) ha acquistato un prodotto o un servizio in rete.
I prodotti più acquistati dagli italiani ci sono l’abbigliamento ed i prodotti di bellezza con un importo di circa 4,3 miliardi di dollari all’anno, seguito dalle vacanze per 3,5 miliardi e i viaggi e dai giocattoli ed hobbies per 2,7 miliardi. Molto distanziato con un importo di 1,2 miliardi di dollari il settore del “food & personal care” che però con un aumento del 15% è quello che fa registrare l’incremento maggiore nell’arco dell’anno.