Quello che emerge da una recente ricerca dell’Associazione italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica (A.I.I.P.) rivolta proprio agli studenti è che proprio quest’ultimi al momento di pagare preferiscono soluzioni più snelle, preferiscono la moneta digitale ai soliti mezzi tradizionali.
Questa tendenza che è molto forte negli Stati Uniti, quindi sembra trovare riscontro anche nel nostro paese. Secondo eMarketer, infatti, il volume delle transazioni legate al mobile payment in Usa crescerà del 210% nel 2016 (con una spesa media per utente che volerà a quota 721.47 dollari all’anno) e l’età sarà un fattore fondamentale: nel 2015, il 17.5% delle persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni ha usato i sistemi di pagamento mobile contro solo il 3.5% degli over 65.
“La tecnologia negli ultimi anni è in costante evoluzione con conseguente aumento esponenziale di strumenti e soluzioni a supporto dei pagamenti”, commenta Maurizio Pimpinella, Presidente A.I.I.P. affermando che “l’approccio dei consumatori alle diverse modalità di pagamento è di conseguenza in continua trasformazione. La tecnologia del mobile piace sempre di più e i possessori di carta chiedono quindi ad emittenti e retailer di mettere a loro disposizione opzioni di pagamento via smartphone veloci e facili da usare.”
La ricerca dell’ A.I.I.P. evidenzia la necessità, per gli studenti, la cosiddetta Millennial Generation, di poter usufruire di mezzi multifunzionali, card che siano al tempo stesso documenti, badge per rilevare presenze, fidety card e borsellino elettronico, da qui il pensieri di sistemi di pagamento che partano direttamente dai social network.
Questo futuro non sembra poi tanto lontano visto i grossi investimenti fatti dagli istituti finanziari sulla digital trasformation, secondo stime di IDC, l’intero settore dei servizi finanziari (banche e assicurazioni) ha speso nel 2015 a livello mondiale circa 114 miliardi di dollari in tecnologie cloud, mobile e big data & analytics, su una spesa IT totale di 455 miliardi di dollari. In altre parole, le istituzioni finanziarie hanno investito più del 25% dei loro budget IT in queste tre tecnologie alla base dei processi di digitalizzazione. Numeri che lasciano intendere un momento di profondo cambiamento del settore.