L’altro ieri, il Parlamento Europeo ha approvato norme che pongono fine al blocco geografico , Geoblocking, dei siti di commercio elettronico in Europa. Gli acquirenti online in Europa, finalmente, avranno più ampio accesso transfrontaliero a prodotti, prenotazioni alberghiere, noleggio auto o biglietti per concerti. I consumatori della rete non possono più essere bloccati o reindirizzati verso un sito web locale.
“Uno studio della Commissione europea ha analizzato migliaia di siti internet di e-commerce in tutta l’UE e ha scoperto che solo nel 37% dei casi gli utenti di un paese UE sono riusciti a completare gli acquisti su un sito di un altro paese UE. Nel resto dei casi gli utenti si sono trovati di fronte a qualche tipo di restrizione, chiamata appunto Geoblocking o blocco geografico”.
In base alle nuove norme, i rivenditori online in Europa dovranno trattare i clienti di un altro paese dell’ UE allo stesso modo dei clienti locali. Ciò significa che devono offrire a tali clienti gli stessi prezzi o le stesse condizioni di vendita al momento dell’ acquisto di beni o quando acquistano servizi non protetti da diritti d’ autore o servizi forniti nei locali del dettagliante o in un luogo fisico in cui opera il dettagliante.
Il Geoblocking in Europa non si applicherà a tutti i prodotti e servizi che vengono venduti online. Ad esempio, i contenuti di copyright digitale, come e-book o un abbonamento Spotify o Netflix non saranno coperti da queste nuove regole. Almeno, per ora. La legge contiene una clausola di revisione, il che significa che la Commissione europea deve valutare entro due anni se il divieto di Geoblocking debba includere anche tale contenuto.
L’utilità di questa nuova disciplina è stata ravvisata a seguito di un’indagine sul “mystery shopping” condotta dalla Commissione, dalla quale è emerso che il 63% dei siti web non consente agli acquirenti di acquistare da un altro Paese UE. Per quanto riguarda i beni materiali, il Geoblocking è più elevato nel settore degli elettrodomestici con l’86%, mentre per quanto riguarda i servizi le prenotazioni online di eventi nel tempo libero, come ad esempio i biglietti di eventi sportivi, si assestano al 40%.
Quindi, la crescente domanda di acquisti transfrontalieri online che da una lato si registra da parte dei consumatori deve essere accompagnata da una disciplina che renda uniformi ed armoniose le condizioni di vendita e che non sia fonte di discriminazione basata su fattori geografici.
Fonte: http://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20180202IPR97022/acquisti-online-stop-agli-ostacoli-sugli-acquisti-transfrontalieri