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L’Ict crescerà del 1,9% nel 2018 ma ci vuole coraggio ed affrontare il cambiamento

By 24 Novembre 2017No Comments
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Le prospettive sono sempre positive per ICT Italiano, il mercato toccherà i 23,15 miliardi di euro,  con una prospettiva di crescita dell’1,9% nel 2018. Tutto questo grazie ad un rafforzamento dell’hardware (+1.6%), del software (+3,5%) e dei servizi IT (+1,3%). Sempre in calo i servizi tlc (-0,8%) che porteranno il settore ICT ad assumere un valore di 30,54 miliardi di euro (+1,3%). Il trend di crescita continuerà, secondo le stime, almeno fino al 2020 con un CAGR tra l’1,6 e il 2%.

Questo è quanto si evince dal report presentato da Assintel secondo cui il mercato dell’Information Technologies è cresciuto del 3,1% nel 2017 (22,7 miliardo di euro) e questo, insieme al mondo delle telecomunicazioni, genera un giro d’affari complessivo da 30 miliardi di euro.

È l’hardware a segnare la crescita più consistente con un +6,2%. A seguire il segmento Software a +3% ed i Servizi IT a +1,5%. In calo, invece, dell’ 1,6% – ma si tratta di un trend ormai “storico” – i Servizi di Tlc. È la trasformazione digitale a caratterizzare la nuova era e a trainare i numeri, anche se – evidenzia l’Associazione Nazionale delle Imprese Ict e Digitali – la medaglia è a doppia faccia. 

Inoltre si sta verificando un allargando della forbice a due diverse direzioni del mercato, da un lato il consolidarsi dell’effetto espansivo delle tecnologie della Terza Piattaforma e degli Acceleratori dell’innovazione, dall’altro, la contrazione progressiva dei prodotti e servizi ICT tradizionali o non riconducibili ai nuovi driver di business, E così i primi crescono : IoT +16.4%, Cognitive +20.5%, Cloud +27.8%, Big Data & Analytics  + 20.9%, Augmented & Virtual Reality +335.6%.

La cosa è chiara, la sfida si gioca sulla capacità di cambiamento degli imprenditori

Il report sottolinea anche un gap ancora da colmare nel livello di digitalizzazione dell’Italia rispetto a tutta l’Europa, secondo l’indice Desi, che analizza diversi aspetti della digitalizzazione di una Nazione, l’Italia è quart’ultima: peggio solo la Bulgaria, la Romania e la Grecia.

“Non ci sono più scuse: le difficoltà della crisi si sono sensibilmente ridotte rispetto che in passato e l’economia è ripartita. Bisogna salire quindi sul treno dell’innovazione e lo si deve fare oggi, non domani. Il treno rischia di passare e l’Italia non può rimanere a guardare. È giunto il momento di passare all’azione” ha spiegato Giorgio Rapari, Presidente di Assintel.

Per colmare il Gap la classe imprenditoriale deve entrare nell’ottica che senza il digitale non si va avanti, senza il digitale si rimane fuori dal mercato e quindi si chiude. Le imprese sono quindi chiamate a rispondere al digitale con flessibilità ed efficienza per affrontare un mercato imprevedibile dove i competitor spesso non sono più realtà dello stesso settore, ma nuove organizzazioni completamente digitali che hanno fatto dello studio dei dati la loro forza.